Il primo mese dell’anno è il mese delle liste. Liste di cose da fare per l’anno nuovo, liste di successi da raggiungere, di corsi da seguire, di obiettivi da porsi.

Prendersi del tempo per sé per riflettere su cosa si vuole è sempre salutare.

A volte si ha difficoltà a raggiungere i propri obiettivi e a esaudire la lista di buoni propositi stilata con impegno a inizio anno, non per mancanza di risorse e capacità. Semplicemente  non si è attenti a formulare gli obiettivi in maniera corretta ed efficace.

Sapere dove andare è già il primo pezzo della strada.

Ecco perché è importante lavorare sugli obiettivi e conoscere al meglio come “definirli”.

 

Come deve essere formulato un obiettivo affinché sia più facile raggiungerlo?

 

Punto 1 – L’obiettivo deve essere espresso al positivo

obiettivo espresso al positivo

Per fare un esempio pratico,  scriveremo “voglio essere più attivo e vitale durante il giorno”, invece di “non voglio essere sempre così stanco”.

Perché l’obiettivo va espresso al positivo?

A volte falliamo nel raggiungere i nostri desiderata perché siamo più concentrati su quello che manca invece che su quello che desideriamo. Esprimere un obiettivo in positivo, ci obbliga a pensare davvero a quello che vogliamo.

Facciamo un esempio. Se dico a me stesso “voglio una vita meno vuota”, sono concentrato su quello che NON voglio. Come deve essere una vita piena? Cosa intendo davvero per vita ricca?  Con queste ultime due domande e ribaltando il punto di vista della frase, si passa già a una fase successiva: quella dell’immaginarsi nella realtà auspiscata… e l’immaginazione può avere uno straordinario potere creativo

Punto 2 – Gli obiettivi devono essere sotto la nostra responsabilità: ovvero “noi non possiamo cambiare gli altri”.

Sarebbe molto bello avere una bacchetta magica e dire: “vorrei che i miei figli fossero più studiosi o che mio marito/moglie fosse più dolce e premuroso/a”

Chi si pone questi obiettivi è destinato a fallire e a ritrovarsi frustato.

Essere consapevoli che non possiamo cambiare gli altri non è mera e passiva accettazione della nostra condizione, ma il primo passo per prendere attivamente in mano la nostra vita. Crogiolarsi su quanto dovrebbero fare gli altri non serve a nulla, è un inutile dispendio di energie, che ci lascia solo ancora più insoddisfatti.

Chiediamoci cosa possiamo fare noi per cambiare il nostro rapporto con gli altri.

 

Punto 3 – Obiettivi concreti e misurabili

obiettivi concreti e misurabiliA volte quando ci si sofferma a pensare a quello che vogliamo dalla vita, può accadere che ci facciamo prendere da “voli pindarici”, puntiamo in alto, puntiamo al meglio. Disegniamo sogni ricchi di dettagli e bellissimi.

Non c’è nulla di male nel sognare, anzi, non sapere sognare è quello che ci blocca e ci limita nella vita.

A volte però ci sono persone che si beano nei sogni e nei “vorrei”, senza passare all’azione.

Può essere che è solo questo quello che vi serve: avere delle fughe e dei mondi immaginari in cui rifugiarsi quando la realtà non è proprio tutta rosa.

Se volete però trasformare i sogni in realtà, o almeno avvicinarvi,  dai grandi sogni dovrete riuscire a trarre dei propositi più specifici, magari piu piccoli e di breve respiro, ma concreti.

Più sarete in grado di aggiungere dettagli al vostro obiettivo e più sarete efficaci nel raggiungerlo. Magari poi l’obiettivo, una volta raggiunto, non sarà esattamente uguale a quello che vi eravate descritti, magari non avrà tutte le caratteristiche auspicate. Più siete concreti, tuttavia, più lo ancorate a esperienze sensoriali e “pratiche” (es. “quando raggiungerò il mio obiettivo mi sentirò così…”) più starete facendo un passo verso di esso.

Più lo avete chiaro in mente e più è facile sapere come afferrarlo

Un trucco in più: Automisurarsi

Spesso la parola “valutazione” viene associata a significati negativi; richiama subito drammatici ricordi scolastici di verifiche e penne rosse. Qui non vi sto chiedendo di autogiudicarvi e di infliggervi magari punizioni.

Nella vostra ricerca e nel vostro percorso per raggiungere i vostri obiettivi, sarà utile fare delle pause intermedie. Prendersi del tempo per “fare il punto” e capire dove si è, che strada si è fatta o come aggiustare la rotta.

Per questo è sempre efficace definire e scrivere degli obiettivi che siano misurabili.

Ad esempio “Voglio essere più felice” è un obiettivo molto vago, poco concreto (cosa si intendete per “essere felice”?) e soprattutto il termine “più” non indica rispetto a cosa e quanto in piu.

Un obiettivo così è già fallimentare in partenza. In parte perché è sempre possibile essere più felici, in parte perché non è chiaro questa felicità dove andarla a cercare e, infine, non è specificato il nostro grado di soddisfazione auspicato. Quando avremo raggiunto il nostro obiettivo? Quando saremo più felici?

E’ opportuno prendersi del tempo per:

  1. Definire cosa intendiamo NOI per essere felici. Cosa ci renderebbe più felici nel concreto? Quali successi, quali atteggiamenti, quali sensazioni?
  2. Definire il punto di partenza: oggi quanto siamo felici da 1 a 10?
  3. Dove vogliamo arrivare? Quanto è nostro livello soddisfacente di felicità? Premesso che essere sempre felici 24 ore su 24 forse non è realisticamente ottenibile, a che “numero” di felicità da 1 a 10 puntiamo?

 

L’obiettivo di “essere più felice,” può quindi tramutarsi in maniera più efficace in:

“voglio andare a dormire ogni giorno soddisfatto per il 70% di ciò che è accaduto nella mia giornata”

oppure

voglio fare una delle cose che mi rendono felici (e ognuno dettaglia la sua lista di “cose che lo rendono felici”, dal fare una passeggiata in campagna, all’uscire a fare un aperitivo con gli amici) almeno 3 volte alla settimana”

Punto 4 –  L’ottica di breve periodo

ottica di breve periodo

Non puntate troppo in alto: non vi sto dicendo di “autolimitarvi” e censurarvi. Tutt’altro.. Per arrivare in alto è auspicabile partire dai primi piccoli passi.

Un obiettivo nel lungo periodo e “corposo” può spaventare e bloccare sulla striscia di partenza.

Ogni sogno e piano di lungo periodo è fatto comunque di traguardi intermedi, che sono più controllabili e, quindi, più motivanti: sono dei traini verso il sogno più grande.

Gli obiettivi vanno quindi definiti nel breve periodo e vanno “temporizzati”: va specificato cioè il momento, la scadenza entro cui ci prefiggiamo di fare qualcosa, altrimenti… non lo faremo mai!

Qualsiasi programmazione è rivedibile e va aggiustata perché qualcosa può non andare come pensavamo (non abbiamo la sfera di cristallo!); non è un dramma se non abbiamo raggiunto quello che volevamo entro il tempo definito, potremmo aver fatto stime sbagliate o aver sottovalutato qualche difficoltà.

Cercare di stimare un “timing”, però, ci obbliga a “metterci in azione”, a fare il primo passo.

Punto 5 –  L’obiettivo è “etico”, ovvero “Tieni conto delle conseguenze”.

Con questa ultima indicazione, non sto dicendo che non dobbiamo arrecare male agli altri. Ovviamente un obiettivo che ha la sola finalità di “fare del male” a qualcuno forse non ci porterà molto lontano. Se, tra i nostri obiettivi, però, c’è quello di chiudere una relazione ormai stanca, se non dannosa per noi, ovviamente questo potrà suscitare delle reazioni e delle emozioni negative nell’altro.

Quello che voglio dire, quindi, con il monito all’attenzione all’etica, non è di essere tutti “duri e puri”. Semplicemente dobbiamo chiederci però quali conseguenze il raggiungimento di quell’obiettivo può portare nella nostra rete di relazioni. Perché? Prevedere le reazioni degli altri serve a vari scopi:

– ci fa trovare “preparati”, di fronte a eventuali tentativi altrui, anche in buona fede, di “ostacolare” il nostro percorso verso i tanto agognati obiettivi

alcuni obiettivi potrebbero poi rivelarsi dei boomerang: potrebbero avere delle ricadute inattese e magari nocive per il nostro benessere

Questo non significa che dobbiamo farci condizionare dagli altri, ma che è consigliabile porre l’attenzione sul fatto che viviamo in un “sistema” e che i nostri cambiamenti portano inevitabilmente anche dei cambiamenti nel sistema e negli altri che lo compongono. Il sistema infatti deve riassestarsi e ricreare un nuovo equilibrio di fronte al cambiamento.

Ora che avete lavorato sugli obiettivi, non vi resta che scoprire quali sono gli step per formulare i vostri buoni propositi e riuscire a realizzarli.

Share This