Vi è mai capitato di trovarvi a un empasse nella vostra carriera lavorativa e di chiedervi: “Dove voglio andare?”

Oppure di trovarvi a un bivio, con una nuova proposta lavorativa e di non sapere che strada intraprendere?

Oppure la vostra “carriera” non è ancora iniziata e avete accumulato lavori qua e là senza sapere dove state andando?

 

Ci sono persone che hanno sempre saputo fin da piccoli quello che avrebbero voluto fare da “grandi”. Con determinazione e grande capacità di visione, hanno delineato per sé senza dubbi la strada che avevano nella loro immaginazione.

 Altre pensavano di avere una vocazione e poi l’hanno persa per strada: l’idea che avevano di quella professione non coincideva con la realtà e ora sono “stanchi e annoiati”.

Altre persone hanno già una carriera avviata ma non sanno perché hanno preso quella strada, non si sentono autentici in quel ruolo, vorrebbero far altro, ma pensano che ormai sia “tardi” per cambiare e si sentono ingabbiati in una vita che non fa (o non hai mai fatto per loro).

C’è chi, invece, una strada non l’ha mai avuta, chi è ancora alla ricerca e vive alla giornata, cogliendo lavori e progetti che la vita gli offre.

Trovare la propria strada è forse una delle cose più difficili al mondo e “la ricerca” per eccellenza. E’ legato, infatti, all’essere autentici e a un’elevata autoconoscenza di sé.

Cosa significa essere autentici?

 

Essere autentici significa condurre un’esistenza in linea con i propri valori, interessi e passioni. Significa, quindi, non indossare una maschera o non giocare un ruolo (ad esempio “il grande manager competitivo e che non teme nulla) che ci è stato affibiato magari dagli altri, ma che non sentiamo più “nostro”.

 

Per essere autentici ovviamente bisogna sapere davvero quello che, in fondo in fondo, ci fa felici e ci realizza appieno. Sembra facile: chi non sa cosa gli serve per essere felice?

 

Non è però sempre così “lineare”. Prendiamo ad esempio i manager che hanno sempre lavorato, con l’obiettivo di crescere professionalmente e di fare i soldi. Si potrebbe, quindi, pensare che “diventare ricco e potente” fosse per queste persone il leit motiv per essere felici e realizzati. Quanti di questi però, magari nel fulcro della loro carriera, mollano tutti e cambiano stile di vita? Vanno a vivere in montagna, aprono una ONG… Forse queste persone hanno capito che, nel loro caso, per essere autenticamente felici non servivano ricchezza e crescita, ma che vivere in linea con le loro passioni significa per loro “trovare altro”.

 

Le etichette esterne

 

A volte si decide che una strada non fa per sé per condizionamenti esterni.

Conosco persone che hanno passato la loro vita a rifiutare ruoli e attività in cui era richiesta creatività, perché da piccoli o durante le scuole era sempre stato detto loro “che non erano creativi”, salvo scoprire poi di essere degli ottimi fotografici e di sapere fare, insieme alle altre abilità, le presentazioni migliori in azienda.

Altre volte sono “pesi” genitoriali che ci si porta dietro: “sei così intelligente che da te ci aspettiamo grandi cose, saresti sprecato a fare l’educatore o a lavorare nel sociale”.

 

Quello che fa il counselor, insieme al cliente, è aiutarlo a fare un po’ di pulizia: significa togliere la polvere di condizionamenti e credenze irrazionali per andare a riscoprire chi davvero si è e cosa davvero si desidera.

Valeria Salvai Professional Counselor

Valeria Salvai Professional Counselor riceve a Vigevano c/o il Centro Nonsoloyoga, Via E.Duse 3/B – 27029 Vigevano. Riceve anche a Milano in via Foppa angolo Viale Coni Zugna.

Per prenotare un appuntamento potete scrivere a valeria@autostimaerelazioni.it oppure telefonare al +39 349/7556247.

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